venerdì 18 novembre 2011

il coraggio della scelta (riflessioni sulla maternità)

Il titolo del post è un riferimento al testo di Isabelle Tilmant che sto finendo di leggere.
Lo so che la risposta ai miei interrogativi sulla maternità non si può trovare in un libro...ma purtroppo per una come me, che di fronte alla confezione appena aperta dell'ultimo acquisto tecnologico, focalizza la propria attenzione sull'anonimo e triste libretto delle istruzioni, anzichè sul nuovo gioiellino fiammante (cellulare, tostapane, piastra per capelli.........nessuna categoria esclusa) il bisogno di leggere qualcosa, di trovare il punto di partenza, è fondamentale.

Il libro non contiene, ovviamente, la Risposta, ma ha il pregio di far riflettere tantissimo. L'autrice è una psicoterapeuta e utilizza le storie di sue pazienti e alcuni aneddoti legati al suo lavoro, per spiegare quanto complessi siano i meccanismi alla base della scelta di diventare madre, o di non esserlo.

No, non ho ancora trovato il mio equilibrio tra i miei due istinti contrastanti, ma ho potuto capire come l'esperienza della propria infanzia e il tipo di legame con i genitori influenzino la nostra posizione sulla maternità così visceralmente da non rendersene conto. Io ho due genitori che adoro, sono stati perfetti. Forse mia mamma un pò troppo apprensiva, ma non mi hanno mai obbligato a corrispondere alle loro aspettative, nè tantomeno ad essere chi non ero.  Che io abbia paura di un confronto con due genitori che sono stati perfetti? Che io debba accettare di crescere ed emanciparmi da un rapporto madre-figlia in cui i ruoli sono a volte invertiti?

Nel libro ho trovato una frase che mi è piaciuta molto:

La madre deve scoprire di essere più della presenza di suo figlio; 
La donna senza figli deve scoprire di essere più dell'assenza di suo figlio 

venerdì 11 novembre 2011

Il desiderio di maternità....a tempo

Va e viene, non resta mai più di mezza giornata.

Lunedì ho interrotto l'assunzione della pillola e martedì mattina a lavoro mi è preso un attacco di panico...volevo quasi infilare la giacca sul camice, e correre a casa a prendere quella pastiglietta bianca prima che finissero le 12 ore di "copertura"........
Ho fatto dei bei respiri, e ho letto un pò di blog di mamme.sono terapeutici.......leggo di qualche persona contenta delle conquiste dei loro bambini, delle sensazioni di gioia che provano, e quasi mi convinco di volere un figlio, per un paio di ore.

Come è possibile cambiare idea così spesso? cosa mi succede? sono sempre stata una persona piuttosto decisa e determinata, ma non mi riconosco più...non sono più io....e allora chi sono?

giovedì 10 novembre 2011

La paura di avere un figlio

Nella mia testa regna sovrano un grande caos..... non mi è possibile mettere ordine, non posso trovarne l'origine, non so districare la matassa dei miei pensieri...ho sentito spesso parlare delle proprietà terapeutiche del "tenere un diario"  e forse se provo a scrivere, il groviglio si allenta un pochino...la forma di diario virtuale mi consentirà, nel caso in cui ci sia qualche anima disposta a leggere i miei sproloqui, di avere uno scambio, un confronto costruttivo, e forse a capire meglio cosa mi frulla per la testa, grazie ad un'analisi esterna...io da sola non so se riesco ad uscirne...

Se a questo punto c'è ancora qualche lettore capitato qui per caso, e con sufficiente pazienza per non avermi abbandonato al primo paragrafo senza senso, è giusto che mi presenti un pochino, e che introduca il mio "problema"

Ho 31 anni e 508 giorni fa ho sposato il mio grande amore, dopo 13 anni di fidanzamento. Ogni giorno nell'addormentarmi e risvegliarmi accanto a lui, penso di essere la persona più fortunata al mondo.

Ho un lavoro che mi piace, un contratto a tempo indeterminato, tantissimi hobby e adoro viaggiare.

Ho un nipote di 7 anni e una nipotina di 2. Posso dire che mi piacciono i bambini e che me la cavo abbastanza bene con loro. 

Ho una compagnia di coetanei che ha iniziato ad allargarsi con l'inserimento di nuovi elementi, tutti molto piccoli e senza denti.
Questo fatto mi ha messo inevitabilmente di fronte alla dura realtà che l'orologio biologico avanza, e che forse è ora di crescere, e che tutto sommato avere un figlio in cui rivedere un pò sè stessi e il proprio marito non è poi così male ....ma d'altro canto mi sento ancora così tanto figlia...come potrei vedermi nei panni di una madre?

Ho una famiglia e un marito che non mi hanno mai messo pressioni sull'avere un figlio, e che anzi, rispettano con dolcezza e premura i miei tempi...ma io sento un'inquietudine immensa dentro di me e non riesco più a capire se il bisogno di avere un figlio sia un qualcosa che lentamente si stia facendo strada nel mio io per esigenze mie, o per motivi indotti dall'esterno....
Ci sono coppie che conosco che stanno cercando un bambino da tantissimo e non ci riescono....e io mi chiedo se le paure che provo e le perplessità che avverto sono normali, e se sia giusto per colpa loro a rimandare quel "progetto famiglia"  che nei miei pensieri c'è sempre stato, prima molto sfocato, e con il passare degli anni un pò più concreto.

Il fatto è che un figlio arriva quando arriva, non si può decidere quando sia il momento giusto....e un giorno potrei pentirmi del tempo che sto sprecando a "razionalizzare" e soppesare tutti i cambiamenti che un figlio porterebbe nella mia vita.......però già adesso a volte torno a casa stravolta, con la sola voglia di mangiare di corsa qualcosa e dedicare qualche momento a me, ai miei hobby,  che non so proprio come farei a rimettere tutto in discussione...

Per non parlare della sensazione di sentir crescere e muoversi qualcosa dentro di sè.....
Dei dolori del parto e di tutte le conseguenze post traumatiche (episiotomia, epistassi, prolassi........) che sono casuali e limitate, ma ahimè, sempre presenti....

Per non parlare di quella forma di sottile egoismo che mi dice che con l'arrivo di un figlio non sarei più il primo pensiero nella mente di mio marito. Che non saremo più noi due come coppia, ma come genitori.

Della fatica per riconquistare una pancia piatta dopo il parto.......

Non so più cosa pensare di me (egoista, figlia unica viziata, troppo paranoica e razionale, fifona, codarda...) e se un bambino lo voglio davvero, col profondo del cuore, o no.